Nel 2024 la crisi climatica piega l’apicoltura italiana
Il Calo produttivo è tra il 75% e 90%. Il 2023 è uno degli anni peggiori mai registrati. A causa del climate change le api rischiano di morire di fame. Sangaspano è impegnata a raddoppiare il numero di api in azienda.
Le api sono fondamentali per il nostro ecosistema. L’ape ronza nei campi fioriti per fare scorte di nettare e così contribuisce all’impollinazione. Da questa attività dipendono oltre due terzi delle specie di interesse agrario nel mondo tra cui frutta, verdura, e semi oleosi.
Se non ci sono più i cicli delle stagioni, la natura non riesce a fare il suo corso come ha sempre fatto. E se non ci sono fiori, le api rischiano di morire di fame.
Il SUD soffre la siccità e ripartono gli incendi, il nord Italia è distrutto da alluvioni, tornado e fiumi di grandine. Quest’anno il caldo prima, le gelate in parecchie zone poi, hanno compromesso gran parte dei mieli primaverili come tarassaco e robinia. In alcune regioni, l’acacia ha toccato picchi negativi anche del 90%.
Soprattutto al Sud quest’anno, dopo molti mesi di siccità, quando le api sono andate a visitare i fiori primaverili non hanno trovato nettare. Noi di Sangaspano, con l’aiuto di Giacomo apicoltore di Emanumiele, ci siamo impegnati a raddoppiare le api presenti in azienda.
DA sempre nell’aranceto di Pace del Mela sono presenti numerose arnie che producono un miele millefiori e di arancio eccellente e naturale. Da quest’anno anche nel limoneto di Milazzo, Giacomo ha posizionato le arnie e con la prima zagara le api stanno beneficiando della fioritura.
Cerchiamo di garantire alle api il miglior habitat possibile non utilizzando trattamenti chimici sulle foglie e sugli alberi.
Siamo impegnati a garantire alle api le condizioni migliori per proseguire il loro straordinario lavoro.
Leave a comment